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IL PROGETTOVuoi rimetterti in forma? Ma lo vuoi davvero, o ti basta dirlo?
Se la risposta è sì, è il momento di stipulare un patto con se stessi e accettare le regole che un allenamento comporta per essere efficace.
Il primo punto da accettare è che i risultati saranno progressivi ma non istantanei, quindi meglio evitare di guardarsi allo specchio già dopo il primo allenamento.
Ma dov’è la similitudine con l’allenamento di alto livello?
Gli atleti d’élite usano esercitazioni che hanno un alto impatto sulle prestazioni, ma sono allenamenti che richiedono addestramento tecnico e una preparazione della struttura fisica, perchè diversamente sarebbero traumatici e controproducenti.
La verità è che gli atleti impiegano anni prima di potersi allenare con quelli che possiamo chiamare mezzi speciali. Sovraccarichi pesanti spostati ad alta velocità, lavori lattacidi, ma anche grandi volumi di lavori aereobici metterebbero ko chiunque non avesse seguito un iter preparatorio.
Se vuoi rimetterti in forma davvero, dovrai usare esercizi che oggi non sei ancora in condizione di utilizzare, e se anche se lo fossi sarebbero dannosi.
La prima parte del lavoro di rimessa in forma deve essere dedicata a costruire le fondamenta per poi poter davvero fare un salto di condizione sia a livello funzionale che estetico. Ma andiamo un po’ più sul concreto.
Che cosa determina un buona condizione fisica?
Principalmente mobilità, forza e resistenza. (Diamo per scontata la salute generale in questo caso).
In una buona pianificazione il primo passo è aumentare gradualmente la capacità di lavoro dell’organismo, agendo sui tre obiettivi senza mettere in difficoltà la struttura. quindi senza danni muscolari, tendinei o articolari.
La migliore strategia è lavorare su esercizi di muscolazione blanda, il più globali possibile, che implichino un graduale aumento di escursione di movimento rispetto alle nostre abitudini.
Attenzione perché parliamo di esercizi spesso a carico naturale che però portano un miglioramento della forza in posizioni in cui il corpo normalmente rifiuta di lavorare. L’obiettivo iniziale non è tanto aumentare la forza, quanto aumentare l’ampiezza dei movimenti in cui possiamo esprimerla.
Spesso le rigidità sono forme di difesa, che il corpo mette in pratica perchè si percepisce debole in certe posizioni, e quindi si difende rifiutando l’allungamento dei muscoli.
La parola d’ordine in questo caso è gradualità. Estrema gradualità.
Ogni nuovo esercizio muscolare comporta nelle 48-72 ore successive un accorciamento dei muscoli che va compensato con lavori di allungamento.
I primi allenamenti devono essere estremamente graduali per evitare che il lavoro di rinforzo peggiori la mobilità. Se il lavoro sarà ben dosato forza e mobilità procederanno insieme. Anche la resistenza all’inizio, dovrebbe essere allenata puntando sull’aumento di volumi di lavori muscolari-funzionali, in modo da aumentare la capacità di lavoro dell’organismo e l’efficienza cardiovascolare.
Così come gli atleti d’élite fanno un percorso per arrivare ad usare i mezzi d’allenamento che portano all’alta performance, anche vuole rimettersi in forma dovrà prima passare per un rinforzo strutturale. Solo dopo si potranno usare i mezzi davvero incisivi per una rimessa in forma duratura.
Se è vero che i primi passi avranno poco impatto sullo specchio successivamente i miglioramenti saranno esponenziali.
Se partite da zero, non pensate come prima cosa di partire con il running senza aver preparato un minimo la muscolatura di sostegno e le articolazioni. Non pensate neanche di cominciare con una muscolazione localizzata tipo body builder perché difficilmente otterrete risultati armonici. Prima di tutto va costruita una base funzionale equilibrata che poi vi consentirà di scegliere qualsiasi attività senza subire contraccolpi.
In un prossimo articolo parleremo di cos’è il trade-off di ogni esercizio, ossia l’effetto collaterale e come gestirlo.
Per concludere: vuoi rimetterti in forma? Ragiona come un atleta! Motiviati, pianifica nel medio periodo, fai un patto con te stesso di non mollare per un periodo a prescindere dai risultati.
Chi in gara parte sgommando in genere è in testa per i primi metri, ma finisce fuori alla prima curva e non ottiene l’obiettivo.
Buon lavoro!